mercoledì 10 settembre 2008

Ludovico Einaudi e il Minimalismo

Come sapete, sono un grande appassionato di classica moderna e, tutte le volte che vado al cinema, tengo sempre una buona attenzione alle colonne sonore: così ho conosciuto Hans Zimmer e Howard Shore, oltre che al mitico John Williams (un po' appannato nell'ultimo Indy). Naturalmente, oltre a questi maestri della musica trionfale, osservando film più drammatici, ho potuto apprezzare i cosiddetti minimalisti: Michael Nyman, Philip Glass, Yann Tiersen e Clint Mansell. Le loro note, spesso solo su pianoforte, sono davvero toccanti e trasmettono sentimenti profondi anche a chi, come me, non ha una conoscenza musicale vasta.
Dopo che Elisa mi aveva parlato più volte negli ultimi mesi di Ludovico Einaudi, appena rientrato a casa, ho provato ad ascoltarlo: è stata una folgorazione. E' davvero uno dei migliori esponenti del genere: nei suoi brani, ipnotici, dolcissimi, riesce davvero a far viaggiare con la mente, a far riflettere sul proprio stato d'animo...

Ieri sera siamo andati al suo concerto a Montecatini e ci ha regalato quelle stesse emozioni dal vivo: come ci ha spiegato lui stesso durante il concerto, non prepara una scaletta, ma si lascia trasportare da un brano all'altro, da un periodo all'altro della sua carriera, senza pause, in un flusso ininterrotto davvero coinvolgente.
Ancora una volta, dunque sono rimasto estremamente soddisfatto del concerto e proprio per la particolarità con cui li prepara, lo consiglio a tutti. Chi invece vuole farsi un'idea del suo stile può provare a sentire questi due bellissimi brani: Nuvole Bianche e Divenire.


Il Maestro con Elisa e Francesca

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